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Come fare SEO per un E-Commerce?

I siti web destinati al commercio elettronico sono tra quelli a cui va prestata la massima attenzione perché a differenza dei siti da consultazione, il loro obiettivo è portare gli utenti a compiere azioni precise seguendo percorsi definiti a monte e allineati con il modello di business del progetto.

seo e-commerce
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Di seguito trovi una checklist che conto di ampliare nel tempo, intanto eccoti subito alcuni aspetti da considerare per l’ottimizzazione SEO del tuo sito e-commerce:

Struttura URL

A differenza dei blog che tendono a escludere le sottocartelle dagli url,  i siti e-commerce possono avere url che mostrano i livelli di profondità verso i quali l’utente si sposta nella navigazione. Quest’accortezza è tanto più importante all’aumentare del numero di categorie e sottocategorie, soprattutto nella misura in cui prodotti con lo stesso nome possono essere presenti in categorie diverse. Ad esempio t-shirt praticamente uguali per bambino e bambina darebbero vita a schede prodotto quasi del tutto sovrapponibili se non fosse che alcune saranno raggiungibili seguendo il percorso /bambino/t-shirt, altre da bambina/t-shirt. Quando abbiamo contenuti uguali in categorie diverse, includere il percorso già nell’URL è utile sia per gli utenti che per i motori di ricerca. In linea di massima sconsiglio di creare una struttura url con troppi livelli di profondità.

Struttura delle category

Le categorie del tuo sito e-commerce sono pagine che listano i singoli prodotti suddivisi per area a seconda di come li hai ripartiti nel progetto web. Un buon modo per gestire le correlazioni è mostrare nella pagina di categoria solo i link alle sottocategorie (quando presenti) o comunque solo link realmente correlati, magari ad altre categorie vicine e interessanti per chi si trova in pagina.

Le sottopagine degli archivi devono avere sempre un tag link canonical autoreferenziale e devono contenere gli attributi (rel) prev e next per la pagina precedente e successiva. I titoli e le meta descrizioni delle sottopagine devono contenere identificativi numerici per evitare di essere viste da Google come elementi duplicati.

È opinione comune che le pagine di categoria non debbano avere molto testo, perché le intenzioni di ricerca degli utenti che possono essere indirizzati da Google verso queste pagine sono legate all’acquisto diretto, non alla consultazione. Se è vero che che l’utente in questo caso vuole vedere prodotti, nessuno ci impedisce di mostrare testo sotto il listato dei prodotti, in modo che sia comunque presente, ma ad un livello di prominenza più basso rispetto al listato degli articoli in vendita. Così fa Dalani, che ha sviluppato praticamente due strutture parallele, una per i maschi e una per le femmine.

Scheda prodotto

È l’ultimo anello della catena, il più delicato. Dico così perché se sbagli qualcosa a questo livello salta tutto. Ogni link strutturale in più in una di queste pagine viene replicato per tutte le schede prodotto appesantendo la scansione. Evita di inserire i link alle categorie nella pagina di prodotto, tienila il più possibile pulita. Meno link ci sono, meglio è. Assegnerei i tag di intestazione (h2 – h3) a quegli elementi che aprono i paragrafi di descrizione del prodotto o comunque informazioni utili per la consultazione e la scelta. La scheda prodotto può contenere link a prodotti simili o comunque con buoni livelli di correlazione, NON agli ultimi prodotti inseriti. Ricorda di tenere sempre il breadcrumb in cima alla pagina per consentire agli utenti di muoversi a ritroso nel percorso fino alla Homepage.

Uso del tag link canonical

L’attributo canonical è un etichetta che viene spesso utilizzata nei siti e-commerce per dichiarare a Google una pagina o un percorso preferenziale. Spesso le pagine risultanti dall’utilizzo dei filtri di categoria hanno un link canonical verso la stessa categoria. Il canonical viene utilizzato anche per mettere in evidenza una scheda prodotto (master) rispetto ad altre (slave) praticamente uguali nella stessa categoria o in categorie differenti. Lo scopo è evitare sovrapposizioni tra pagine prodotto ottimizzate per la stessa chiave. In assenza di link canonico, Google sceglierà autonomamente quale dev’essere la pagina master e quale la slave, ma potrebbe prendere decisioni che non combaciano rispetto alle tue.

Marcatura semantica

I dati strutturati sono molto importanti nei siti e-commerce e vanno sviluppati soprattutto nelle schede prodotto secondo lo schema Product, privilegiando JSON-LD. Importante strutturare le proprietà per:

– Name

– Brand or organization

– Image

– Category

– Product id

– Offer / price

– Aggregate rating

Altri attributi sono gestibili a seconda dei casi. Solitamente non vano strutturati i dati per i multiple pages (pagine di categoria), anche se ci sono esperimenti interessanti del 2015 in cui alcuni snippet di Google sono risultati arricchiti della forbice di prezzo per aver distribuito l’attributo offer con i prezzi di tutti gli item listati.

Motore di ricerca interno

Importantissimo (e sottovalutato) tracciare pagina per pagina i comportamenti di utilizzo del motore di ricerca interno, perché può fornire informazioni utilissime su cosa manca in pagina o su cosa gli utenti non riescono a trovare. Se ne traggono informazioni davvero utili per migliorare l’usabilità del sito web e per rispondere sempre meglio a intenzioni di ricerca ancora sconosciute.

Community commerce

Molti e-commerce usano pulsanti di condivisione social verso Twitter e Google plus nelle schede prodotto. Se i contatori rimangono sempre a zero è evidente che quei link non fanno altro che sprecare risorse di scansione, quindi vanno eliminati. Piuttosto che affidarsi a pulsanti di condivisione è opportuno ragionare su come far interagire gli utenti, non solo su come portarli a scrivere una recensione. In questo senso ci vengono in aiuto i sistemi di business intelligence che richiamano gli utenti a interagire e partecipare a fronte di un acquisto effettuato. Talvolta questi sistemi vengono giudicati invasivi, ma non lo sono affatto per chi cerca davvero un’opinione informata da chi ha già effettuato l’acquisto.

Robots.txt

È nei siti e-commerce che si vedono i file robots.txt più interessanti. Puoi bloccare le scansione di percorsi estemporanei e destrutturati come le offerte speciali, spesso destinate a durare solo pochi giorni. In line di massima suggerisco sempre di bloccare la scansione dei contenuti legati alla finalizzazione, mentre non occorre chiudere le pagine istituzionali (chi siamo).

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Ottimizzazione SEO / by francesco -

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