Come posizionare vecchi articoli
by 2 Novembre 2016 6:36 4.7K views0
Ultimo aggiornamento 7 Luglio 2022
Come e perché riaprire un vecchio progetto seo per aggiornarlo allo scopo di migliorarne le performance sui motori di ricerca. Rischi e vantaggi di coltivare progetti web nel tempo.
Questo fine settimana Claudia e io siamo andati a fare un giro agli scavi archeologici di Aeclanum a Mirabella Eclano (AV), un luogo dimenticato tra tanti, che si affaccia sulla Via Appia, la Regina Viarum, la strada che collegava Roma a Brindisi e sul cui tratto compreso tra Benevento ed Eclano sono ancora visibili i resti dell’imponente ponte noto come “ponte rotto” (III sec. a.C.).
Sai costruire un ponte?
È chiaro a tutti che una delle tecnologie più importanti che i Romani utilizzarono per la conquista del mondo conosciuto furono proprio le strade. I romani le sapevano fare molto bene, non come noi, che pur discendendo da loro (in parte) costruiamo infrastrutture con la data di scadenza, come fossero buste del latte fresco, neanche a lunga conservazione.
La stessa cosa vale per i progetti seo. Considerando la quantità di persone che già oggi pagano le bollette lavorando nell’internet, immagina quanti articoli inconsistenti vengono messi fuori ogni giorno nel vano tentativo di ottenere un buon posizionamento in virtù della frequenza di pubblicazione e del volume complessivo di contenuti. Ebbene queste due variabili conteranno pure, intanto però negli ultimi anni il web si è riempito di contenuti brevi, scopiazzati e decisamente superflui. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Quantomeno chi ragionasse in questo modo dovrebbe curare per bene le tassonomie del sito, ma sull’approssimazione non cresce niente, solo buche nell’asfalto sbriciolato in cui finire con le ruote dell’auto.
La nuova edizione “sul web”
Hai presente quando esce la nuova edizione di un testo tecnico? Le nuove edizioni partono da quel che c’era creando aggiornamenti e riattualizzando il contenuto di un libro. C’è bisogno di nuove edizioni quando le vecchie diventano obsolete e questo non vale solo per i libri di carta, ma anche per gli articoli di blog. Ne sa qualcosa Riccardo Esposito che ha recentemente aggiornato il suo articolo Come guadagnare con un blog, riportandolo a galla nelle serp dopo una lunga assenza dalla prima pagina. Riccardo ha dunque riaperto il progetto seo riprendendolo in più punti, riattualizzandolo e aggiornandone la data di pubblicazione. Quest’ultimo è un passaggio importante, perché lancia un segnale forte a Google sul fatto che il contenuto è cambiato.
Fatto questo, Riccardo a riproposto in giro lo stesso articolo aggiornato, stimolando la discussione sia nel merito dell’articolo, sia rispetto al test SEO rappresentato dallo stesso. A distanza di una settimana circa dalla ri-edizione, il contenuto è quarto in prima pagina per la chiave “come guadagnare con un blog”. Un ottimo risultato… un’ottima risorsa.
Tratta ogni pagina come un progetto seo
L’approccio che ti suggerisco invece è quello ARS “Ancient Roman Style”, che focalizza l’attenzione su ogni pagina come se fosse un progetto seo (anche le policy e la pagina chi siamo). La forza di una catena è quella del suo anello più debole, lo vedi nei siti web più popolari, che curano tutto con perizia ammirevole.
Pubblicare con una cadenza precisa è importante, lo dico spesso, ma a meno che tu non abbia finalità divulgative o un magazine presente su Google News e che la frequenza di pubblicazione non sia rilevante come in altri casi, ti suggerisco di non pensare solo a sfornare articoli su articoli, ma di concentrare parte della tua attenzione sui contenuti già realizzati, riaprendoli e sviluppandoli meglio, magari aggiungendo elementi che nel frattempo sono diventati di interesse per il tuo pubblico di riferimento.
Il termostato nella SEO
Spesso un progetto seo viene valutato positivamente da Google, salvo non ottenere un buon posizionamento, perché manca qualcosa, cioè il riconoscimento da parte degli utenti. Talvolta Google cerca le prove del fatto che un buon documento web sia davvero utile. A questo scopo potremmo condividere un contenuto cercando interazioni e feedback in base ai quali riaprire il documento stesso e aggiustare il tiro. In questo caso il SEO si comporta come un termostato, perché regola la temperatura della stufa (contenuto) sulla base della temperatura esterna (i feedback degli utenti).
Talvolta questi feedback arrivano da soli come commenti nativi allo stesso contenuto, altre volte dobbiamo essere bravi a dedurli dalle conversazioni online o se siamo proprio bravi e sensibili come il mio amico Simone Righini, anche da quelle in treno.
Ma allora Google fa caso al testo?
In realtà il ragionamento è più complesso di così. Google valuta certamente il testo, ma il suo livello di comprensione non è ancora così elevato come vorremmo, ragion per cui si affida anche ad altri fattori per valutare la qualità di un contenuto sulla base di quel che c’è scritto dentro. Tali fattori si concretizzano nei segnali di tutti i tipi, ma ultimamente sto notando come in realtà sia utilissimo che tali segnali vengano ottenuti nel tempo, non tutti insieme. Mi spiego, se un contenuto web ottiene un buon riscontro in un certo momento e poi nulla più per sempre, allora evidentemente Google lo valuterà come un contenuto “meteora”, ma se un articolo viene condiviso, commentato (e in base a questo ampliato) o comunque interagito nel tempo, allora siamo davvero di fronte ad una risorsa, non semplicemente ad un progetto seo.
Sai produrre contenuti così?