SEO e User Experience
by 9 Giugno 2017 6:30 7.4K views1
Ultimo aggiornamento 19 Aprile 2024
Perché non provare a dimenticarsi per un attimo delle tassonomie e dei link interni e concepire il sito web come se fossimo interior designer super moderni e minimali? Ora te lo spiego io perché! #mannaggiatuttcos
Spesso si dice (a ragione secondo me) che un sito progettato per essere leggibile, navigabile e ben finalizzato, in una parola “usabile”, ottiene anche buone performance nei motori di ricerca proprio in virtù di tale attenzione all’orientamento degli utenti. L’usabilità riguarda tra l’altro la struttura del sito intesa come layout, i percorsi di navigazione e i vettori di conversione. Parafrasando Luisa Carrada, se questi elementi piacciono al lettore, piacciono anche al motore, quantomeno in termini indiretti, perché trattenendo in pagina gli utenti e portandoli a navigare tra i contenuti del sito, forniscono a Google indicazioni sul fatto che il sito è interessante e utile.
L’usabilità è considerata pertanto un parametro SEO indiretto da tenere in grande considerazione.
Un sito usabile è un sito bello?
Una domanda su cui i web designer sarebbero pronti a rispondere “non per forza”, salvo che poi finiscono tutti nella trappola del sito bijoux/bomboniera che inevitabilmente presenta alcuni elementi centrali “invisibili” perché devono essere piccolini e bellini. Maledetti voi! 😀
Ma poi che vuol dire bello? Grazioso? Elegante, ok, ma per chi? Di che accidenti stiamo parlando?
Il problema SEO della user experience
Fin qui potrei dire di aver scritto cose abbastanza ovvie, ma la mia riflessione di oggi si basa su alcuni siti che sto esaminando in questo periodo per varie consulenze SEO. In questo momento stanno venendo fuori progetti web basati su motori di ricerca interni assolutamente fantastici, perché mettono insieme tutte le informazioni presenti nei database interni (o esterni) ai quali il sito web è connesso, e restituiscono contenuti dinamici tali da rispondere con assoluta precisione con il dato che si stava cercando.
Fantastico perché non c’è neanche più bisogno di navigare il sito. Il motore di ricerca interno è talmente evoluto da risolvere tutti i problemi conoscitivi legati all’area di interesse, aggregando e proponendo tutte le informazioni pertinenti con la query in ingresso all’interno di pagine che non serve neanche si indicizzino.
Qual è il problema di questi siti web?
Quando un imprenditore mi contatta mostrandomi un sito web (de)strutturato così, solitamente gli ricordo che il motore di ricerca interno è utile, ma non deve sostituirsi a Google, nel senso che prima di usare il tuo meraviglioso gioiello dell’ingegneria informatica concepito per avere la user experience più comoda al mondo, le persone sul tuo sito ci devono arrivare. E come ci arrivano se hai indicizzato solo la homepage e i contenuti discalimer?!
Usabilità + percorsi di navigazione
Sarà vitale per i siti web che forniscono risorse aggregate sulla base di potenti motori di ricerca interni, creare parallelamente percorsi di navigazione a partire dalla homepage basati sulla vecchia logica ipertestuale. Come dici? I blocchi di link interni sono antiestetici? Beh, intanto dipende da come li gestisci. È chiaro che se la tua homepage diventa un coacervo di centinaia di link che puntano a contenuti interni indiscriminatamente, il sito diventerà orribile e scomodo da usare, ma come sai, la logica dell’ipertesto, muove sempre i passi dai contenuti più superficiali ed esterni a quelli più profondi ed interni. Struttura vuol dire questo, qualunque web designer dovrebbe saperlo bene.
Esempi di UX SEO oriented
Parto subito con un esempio forse un po’ estremo, Omio.it, un portale internazionale di Booking che fornisce indicazioni su migliaia di tratte da una località all’altra via treno, aereo e autobus. Il sito ti accoglie con un comodissimo motore di ricerca interno che ti guida agevolmente verso le pagine in cui programmare il viaggio, ma se scorri un po’ la home vieni “colpito” da circa 140 link interni verso altrettante pagine superficiali che ricevono juice (forse appena un po’ diluito) dalla homepage. Può darsi che confonda gli utenti o che magari venga valutato utile. Forse avrei optato per una struttura con meno link al livello più superficiale, ma Semrush mi dice che stanno andando fortissimo, quindi avanti così!
Un altro progetto interessante è Prontopro, un portale che offre informazioni su come chiedere preventivi per servizi legati alla casa o all’organizzazione del tempo libero. La struttura mi piace molto perché superata la maschera iniziale in cui vieni guidato direttamente alle aziende di interesse, la parte bassa della pagina offre a utenti e bot percorsi di scansione che partono dalle città capoluogo per spostarsi in profondità verso servizi localizzati in provincia, fino ad arrivare alle singole schede aziendali che rappresentano l’ultimo anello della catena. Non ci sono percorsi di scansione trasversali che si ricongiungono, il juice viaggia in una sola direzione dalla home alle aziende.
Come vedi si tratta di soddisfare due esigenze, quella di raggiungere subito ciò che stai cercando e al contempo creare una struttura che consenta di percorrere una direzione (una sola) dai contenuti più superficiali a quelli profondi. Se questi siti web funzionano bene su Google è proprio perché hanno una buona SEO, non solo un’ottima UX.
Ti lascio con un’immagine carina trovata su un sito americano: non sottovalutare l’aiuto più importante di tutti, quello che arriva direttamente dalle persone che vuoi raggiungere. Certe volte basta chiedere.
Quindi, ogni volta che leggi da qualche parte che la SEO è morta, ritorna su questo articolo e magari scopri anche cosa ne pensa il vecchio Adam Kadmon… 😉