SEO e coda lunga: categorie in noindex

by francesco 6.1K views0

Ultimo aggiornamento 4 Giugno 2018

Oggi parliamo di una tecnica utile per l’ottimizzazione on page se competi con siti web a elevato page rank: scopriamo come far emergere keyword secondarie attraverso il rovesciamento dell’indicizzazione canonica.

categorie in noindex?
categorie in noindex?

Un sito web con molte pagine senza categorizzazione è come un albero i cui rami crescono in tutte le direzioni, ma non verso l’alto. Potrebbe andar bene se sei una fonte trust, ma se non lo sei hai per le mani un cespuglio di rovi che gareggia in altezza con le querce.

Le querce hanno un tronco centrale e ramificazioni, il cespuglio solo rami sottili e magari qualche spina. Se l’obiettivo è andare in alto, non c’è storia.

Categorizzando i contenuti, suggerisci ai bot di assegnare valore in fase di caching alle pagine del tuo sito web, in base al fatto che queste siano più superficiali o profonde.

 

Come si è proceduto fin ora:

i blog, i giornali e i siti web aziendali “fatti bene” solitamente non utilizzano più di una sottocategoria, limitando la struttura il più delle volte a:

nomesito.estensione/categoria/contenuto/

 

dove categoria in quanto contenuto superficiale, ha una priorità di scansione genericamente più alta e il meta robots index, follow. Allo stesso modo (index, follow) si impostano i contenuti interni alla categoria cui si intende dare visibilità, con la differenza che questi ultimi vengono solitamente scansionati con una frequenza minore a meno che non subentrino altri fattori endogeni od esogeni ad aumentarne la rilevanza.

In questo modo si dà massimo risalto alle chiavi di testa delle categorie e minore ai contenuti profondi. Come dire, prima il tronco, poi i rami.

 

Risultato: il tronco cresce bene in altezza, ma i rami sono pochi.

Tradotto: le principali nel tempo si posizionano, ma restano poche.

 

Lavorando in questo modo si lasciano fuori tutti i risultati secondari e laterali privilegiando le chiavi principali. Se questo modo di procedere on page si è rivelato utile negli anni passati, dobbiamo ricordarci che le ricerche si evolvono con la stessa rapidità con cui si affermano le nuove tendenze sul web e dal momento che Google è ormai considerato il grillo parlante, non ci pare strano trovare query del tipo: “come si prenota un biglietto del treno da Roma a Milano per il 26 giugno?”, e magari se Google non risponde subito l’utente si incavola pure di brutto!

 

Come far emergere la coda lunga

Sarà opportuno “potare” le pagine di categoria, soprattutto quando eccessivamente ridondanti, e aumentare la rilevanza sui contenuti interni, accrescendone la frequenza di scansione rispetto alle categorie, che potremo nascondere in prima battuta settando il meta robots su noindex, follow. In questo modo ribalteremo la proposizione canonica che privilegia i contenuti più esterni e superficiali, segnalando che il nostro albero ha diversi tronchi, più piccoli, che però puntano verso l’alto perché sono comunque archiviati (le category in noindex non vengono mostrate, ma rimangono indicizzate).

ATTENZIONE: non mettere in noindex TUTTE le categorie in modo indiscriminato, altrimenti potresti perdere traffico importante. Nascondi dalle serp le categorie meno importanti, quelle parzialmente duplicate, e col tempo magari eliminale del tutto.

A partire da qui puoi cominciare a fare posizionamento off page su più parole chiave, intercettando traffico di ricerca per keyword composte, piene di stop words, secondarie e laterali.

 

Aumenta l’internal linking contestuale

Attenzione, non basta “oscurare” le category per aumentare la rilevanza dei singoli contenuti. Per far emergere le pagine più interne devi muoverti sulla logica del silo, creando grappoli di contenuti tenuti insieme da link interni al body text, magari sotto forma di call to action e pulsante, come in quest’esempio:

 

Call to action nel body text
Call to action nel body text

 

La coda lunga è la risposta a quanti continuano a sostenere che la SEO è morta perché le prime 10 posizione della serp per i settori a più elevata competizione sono solidamente presidiate.

Per smentire questa tesi, basta considerare che gli utenti arrivano sui siti web utilizzando un numero sempre più elevato di keyword composte, lontanissime dalle chiavi principali.

Ne risulta evidente che la somma delle visite provenienti da chiavi secondarie è maggiore di quella delle visite provenienti da chiavi principali. Ci si arriva più facilmente a patto di cambiare rotta e smetterla di pensare a cose idiote, tipo che la SEO è finita.