Ontologie Laterali o Come Cavolo si Dice
by 14 Luglio 2015 18:58 4.7K views0
Ultimo aggiornamento 12 Settembre 2023
Come sviluppare le ontologie a livelli differenziati per intercettare le ricerche più “ruspanti” degli utenti afflitti da vuoti di memoria temporanei o da alzheimer digitale.
Quante volte ti è capitato di cercare qualcosa su Google senza conoscerne il nome? Sapresti far capire a Google che ti interessa la cassata siciliana senza scrivere su Google né cassata né siciliana? Ho un chiodo fisso nella mente: da quando Google ci ha via via nascosto la possibilità di vedere le ricerche precise degli utenti, nessuno mi toglie dalla testa che in quelle query si nasconda un potere enorme. Conoscere “le esatte parole” che le persone usano per fare ricerche su Google, sarebbe un po’ come ritrovarsi nei panni di Mel Gibson in What women want, quel film in cui il protagonista riusciva a “sentire” i veri pensieri delle donne. Troppa grazia insomma.
Fenomenologia della web search
Se è vero che esistono diverse money key “secche”, cioè parole chiave che vengono spesso espresse come query in forma “esatta” dagli utenti, è altrettanto vero che tantissime ricerche sono “insolite” e fino a qualche tempo fa, cioè nell’era pre hummingbird, non avrebbero portato facilmente al risultato sperato. Oggi è possibile far capire a Google cosa cerchiamo pur senza farne il nome, ma semplicemente interrogando Google come se stessimo giocando a Trivial Pursuit. Certo, può sbagliare, ma del resto anche noi esseri umani parliamo e non ci capiamo.
Cosa tonda con canditi
Ti giuro che c’è chi cerca la cassata siciliana così, e la cosa più strana è che in effetti Google risponde con la ricetta della cassata! Qui non stiamo ragionando tanto sul campo semantico o sull’ontologia che specifica e definisce la parola “cassata”, cioè lo facciamo solo in parte con la parola canditi, ma quel “cosa tonda” è assolutamente fantastico, perché è il modo in cui un bambino di 5 anni definirebbe una cassata se la vedesse per la prima volta.
Cosa sono le ontologie laterali?
Sono semplificazioni della realtà. Esercizi definitori alternativi, che per loro natura non potrebbero facilmente stare in un’ontologia vera e propria. Se ad esempio assumiamo che acqua liscia, acqua oligominerale, acqua ionizzata e acqua frizzante specificano l’oggetto di conoscenza “acqua” costituendone l’ontologia, potremmo considerare un sistema di oggetti alternativo, un’ontologia impropria, appunto “laterale”, che assurge ad oggetti correlati, forme linguistiche come “cosa bagnata, cosa umida, sostanza liquida trasparente non alcolica, liquido insapore e incolore, liquido indispensabile alla vita” ecc. In sostanza:
Se un’ontologia è una specificazione di una concettualizzazione (Gruber, T. 1993), un’ontologia laterale dev’essere la definizione di una concettualizzazione.
Come sfruttare le ontologie laterali nella SEO Copywriting
Un SEO Green Hat può cogliere l’occasione di aumentare il valore e la vicinanza di un documento web alle ricerche degli utenti, non solo fornendo più specificazioni di un oggetto di conoscenza relativo ad una o più chiavi di ricerca (ontologie classiche), ma anche e soprattutto fornendo più definizioni dello stesso oggetto di conoscenza (ontologie laterali), partendo da un presupposto nuovo, cioè che il suo pubblico di riferimento non si ricordi o non conosca il nome del prodotto o servizio.
Sapresti spiegarmi come ci si allaccia le scarpe senza muovere le mani?
Siamo abituati a dare troppe cose per scontate. Un SEO deve coltivare la capacità di astrarre da ciò che crede di sapere e da ciò che crede gli altri conoscano. Spesso il pubblico di riferimento dei nostri articoli è talmente variegato che sarebbe una grossa leggerezza valutarne il livello di comprensione e/o di conoscenza rispetto agli argomenti che trattiamo.
Ora prova a comporre un testo e cerca di farmelo capire… senza ombra di dubbio.