Il mio approccio alla keyword research
by 6 Luglio 2022 8:00 13.3K views1
Ultimo aggiornamento 19 Aprile 2024
La keyword research è la ricerca delle parole chiave finalizzata all’ottimizzazione SEO di una pagina o di un sito web. Solitamente a tale scopo vengono utilizzati software di monitoraggio che forniscono indicazioni su correlazioni, volume di ricerca e livello di concorrenza.
Secondo me ha certamente senso parlarne, anche se credo fermamente che continuare a intendere quest’aspetto della SEO come la mera ricerca di parole chiave da infilare in titoli, meta descrizioni e intestazioni H2 sia il motivo principale per cui negli ultimi 10 anni abbiamo visto pagine di risposta di Google sempre più schiacciate, con risultati spesso molto simili e tutto sommato poveri di contenuti realmente utili. Per fortuna col tempo Google filtrerà sempre meglio le pagine web uguali tra loro, restituendoci documenti pure non ottimizzati esattamente per quella chiave secca, ma utili perché aggiungono valore alla serp risultante dalla tua ricerca.
Perché devi cambiare modo di fare keyword research
La keyword research classica richiede che un SEO utilizzi uno strumento come il Keyword planner tool, Answerthepublic, Semrush o similari per individuare da un lato le parole chiave a corrispondenza di frase, dall’altro le correlate per una chiave scelta in origine. Quelle che soddisfano i principi di buona pertinenza, buona rilevanza, bassa concorrenza (indicatore keyword difficulty su Semrush) e alto volume di ricerca, vengono inquadrate per lo sviluppo di contenuti ad hoc, sfruttando le chiavi simili come subtopic per impostare i paragrafi.
Fin qui sembra tutto lineare. Diciamo che fondamentalmente la keyword research può essere fatta con più o meno attenzione, magari sviluppando un match tra le query risultanti dalla Search Console alla voce analisi delle ricerche e ciò che emerge dai posizionamenti dei migliori siti web in topic (personalmente uso la funzione gap di keyword di Semrush).
Il problema di questo pur completo approccio è che mette un software al posto delle persone. La keyword research in senso classico presenta due enormi problemi di fondo:
- I software non forniscono sempre parole chiave tali da coprire tutte le possibili intenzioni di ricerca che fanno la differenza tra un contenuto di qualità e un contenuto utile;
- Il numero di SEO che lavorano in questo modo per produrre contenuti allo scopo di ottenere buoni posizionamenti su serp competitive è cresciuto esponenzialmente.
Problemi dell’approccio classico
L’addestramento dei seo copy odierni tende a favorire lo sviluppo di pagine web molto simili tra loro, spesso realizzate a partire da una keyword research di tipo tradizionale, soprattutto messe insieme guardando a come lavorano i concorrenti, cioè agli altri contenuti già posizionati. Ma questo a conti fatti, non ti sembra un po’ pretendere di dare Google in pasto a se stesso? Quanto valore aggiunge una condotta simile alla ricerca degli utenti nel momento in cui TUTTI i player in competizione lavorano allo stesso modo e non ci sono alternative rispetto all’offerta di contenuti?
Soprattutto, se tutti lavorano allo stesso modo, invece di accodarmi, non potrei ottenere un risultato migliore lavorando diversamente? Non diventerei in breve più rilevante semplicemente offrendo informazioni che sugli altri siti web mancano e che per tanto i software non rilevano? O credi che su Google ormai ci sia tutto lo scibile umano?
Ora se hai la pazienza e la bontà di seguirmi, ti spiego come lavoro in questo senso.
Il mio approccio alla keyword research
Non sono un mago né mi interessa che tu lo diventi, vorrei fare semplicemente un ragionamento di buon senso (una volta tanto) invitandoti a studiare gli ambiti in cui lavori con una profondità maggiore rispetto a quella che richiede il fare click sul tasto AVVIA RICERCA di un software SEO. Se hai una mente, usala per indagare le intenzioni secondarie che spesso si nascondono dietro una keyword di tuo interesse. Il mantra della SEO Semantica è “cos’altro interessa alle stesse persone?“.
Rispetto a questa domanda, hai mai provato a far partire la tua riflessione dalle ricerche correlate piuttosto che dalle chiavi correlate? Le ricerche correlate, sono quelle che trovi spesso in fondo alla tua serp di interesse. Le hai guardate mille volte ma non ti ci sei soffermato più di tanto, vero? Bene, hai provato come prima cosa a infilare dentro Semrush le chiavi che Google propone appunto nelle ricerche correlate? È già un secondo livello di profondità nella keyword research, che sono certo ti offrirà i primi spunti interessanti per arricchire i contenuti… e ancora non siamo usciti da Google.
Una cosa importante che mi preme dirti a questo punto è che la keyword research intesa in senso classico non va abbandonata, perché i software continuano a fornirti velocemente informazioni importantissime, semmai va integrata, ragionando più a livello di Topic e meno sulla “chiave esatta”. Lo stesso concetto di Topic N, che approfondisco nel Manuale di Seo Gardening e di cui prima o poi svelerò la natura, nasce per portare la ricerca delle parole chiave ad un livello più ecologico, meno automatizzato e più difficilmente riproducibile. Usa meno le macchine e ragiona di più, questo fa tutta la differenza.
Alcune risorse per sviluppare l’intuizione:
– Ontologie: il sistema degli oggetti
– Ontologie laterali (o come cavolo si dice)
– Natural born entities (studio delle definizioni)
– Analogie (la SEO in altri termini)
– Omonimi e omologhi nella SEO
Senti di più
Mille pensieri ci portano a spegnere il ragionamento. Preoccupazioni inutili ci rimbombano nella testa e mortificano la nostra capacità di intuire. Questo meccanismo perverso è in parte innescato dal’intossicamento digitale di cui ho parlato con Alessio Carciofi, ma è fondamentalmente figlio delle nostre preoccupazioni più grandi:
– la paura dell’abbandono
– l’idea di non valere un granché
– la resistenza a lasciarci andare
Se per un momento riesci a zittire quel ciarlare confuso e impaurito che ti risuona tra le orecchie, potresti perfino decidere che il modo migliore per fare keyword research è proprio spegnere il computer e uscire di casa per parlare con le persone. Sono in contatto con colleghi che hanno ottenuto risultati di posizionamento straordinari ascoltando altri discutere in treno, pensaci su.
Studia le persone, non (solamente) le parole chiave
Ad esempio, se sviluppi keyword research per una scuola che offre corsi di dizione, potresti scoprire che tante persone interessate nell’argomento si domandano perché gli abitanti di Parma hanno spesso la “erre” moscia. Il motivo c’è e sembra essere storico, ma raramente se ne parla sul web, anche se durante i corsi di dizione la domanda viene spesso posta. Come faccio a saperlo? Beh, non solo perché uso i software, ma perché amo studiare approfonditamente caso per caso.
La novità è che puoi scoprire quali sono le preoccupazioni di chi sogna di diventare insegnante semplicemente parlandoci e puoi cogliere allo stesso modo le vere necessità di una persona anziana che approccia al web per capire come gestire la propria alimentazione o risintonizzare il televisore. I software di rilevazione sono la fase quantitativa di un’esplorazione qualitativa che è prima di tutto ricerca di se stessi e poi ricerca dell’altro.
Eraclito, di cui ci sono arrivati solo frammenti è probabilmente il filosofo che più di tutti avrebbe fatto buona keyword research. Egli studiò i fenomeni naturali, si interessò di astronomia e addirittura teorizzò l’esistenza dell’atomo, concludendo che per tutta la vita non aveva fatto altro che indagare se stesso.
Capisci questo e torna al lavoro.
🙂