Intervista SEO: Marco Angelucci
by 9 Giugno 2014 19:42 2.9K views0
Ultimo aggiornamento 28 Maggio 2017
Marco Angelucci è un blogger sorprendente. Il suo sito è davvero ricco di spunti e generoso nella pubblicazione, insomma, vale la pena farci (più di) un giro. Partiamo benissimo questa settimana, esortando come sempre il nostro ospite al grido di: rispondi tranquillamente, tua madre comunque, non lo scoprirà 🙂
1) In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)
Ho già qualche pelo di barba bianca e quando ho incominciato Google era appena nato ed era un prodotto per alternativi… Siccome a 25 anni vivevo effettivamente un po’ fuori dagli schemi, mi sono innamorato di un sito abbastanza bruttino: un logo e una casella di input, chi l’avrebbe mai detto che sarebbe diventato parte integrante del mainstream superando MSN, Lycos ed Excite?!
Tranquillo, non smetterò presto, voglio invecchiare su un’isola deserta dei Caraibi (non Aruba), ma avrò sempre un tablet e una connessione satellitare per rimanere una parte integrante di questo mondo digitale.
2) Come hai imparato a fare SEO?
Per caso mi sono ritrovato con un articolo che avevo scritto circa 15 anni fa, primo su Google (sia per nome e cognome, sia con il titolo del mio articolo): è stata una rivelazione… Volevo sapere per quale motivo era successa una cosa simile e come si poteva riprodurre: come l’uomo primitivo che scopre il fuoco e poco dopo inventa l’accendino.
Dopo non è stato così facile replicare l’intervento in vitro e nel momento stesso in cui ero riuscito a riprodurre Frankestein, sono arrivati, nell’ordine, Cassandra, il Panda e il Pinguino a distruggere il mio mostro.
Scherzi a parte, ho imparato che la SEO è sperimentazione quotidiana, creatività e in parte (ma solo in parte) reverse engineering.
3) Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?
Lo abbraccerei di impeto! Non per piaggeria, ma per sentire se veramente ha la consistenza di un morbido Panda… Mi piaceva di più con la barba e qualche chilo di troppo: fuori di metafora, penso che sia il testimone vivente di quanto l’algoritmo di Google sia imperfetto (come qualunque robot) e di quanto abbia bisogno di apporto umano per funzionare al meglio, per debellare lo spam e garantire risultati che possano essere soddisfacenti per l’utente di un motore di ricerca.
4) Quali sono i migliori 10 SEO italiani? In base a cosa li giudichi?
Mi dispiace Francesco, ma non me la sento di fare nomi… Guarda nella lista non ci metto neanche il mio e nemmeno il tuo: amo le persone che fanno girare le ruote, i manovali e i facchini del web, quelli che lavorano per passione e non per una passerella.
Potrei forse citarti i miei maestri americani e inglesi, ma la domanda è su quelli italiani… Ne approfitto solo per un saluto a Giorgio Taverniti, ex collega su Internet Magazine (io ero solo un giornalista, mentre lui si occupava di SEO).
5) Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?
La condizione ideale? Indicizzare un sito per le chiavi “agenzia di modelle”. La condizione peggiore: indicizzare sulle chiavi “bulloni torniti in ottone”…
Tornando serio, le condizioni ideali sono quelle in cui il cliente conosce il tuo lavoro, sa che cosa significhi occuparsi di SEO, quali costi, quali rischi e quali benefici può avere. È per questo che, prima di iniziare qualsiasi campagna SEO, preferisco formare il cliente, il suo ufficio marketing e tutti i suoi collaboratori su alcune nozioni di base della SEO. Cerco soprattutto di sfatare ogni mito su tattiche magiche e portentose: riportando il tutto ad una strategia che deve essere sviluppata e condivisa con il cliente e i suoi stakeholder.
6) Quali software utilizzi per fare SEO?
Il primo software che cerco di far funzionare al meglio (senza additivi) è il cervello (lo so, questo è l’hardware!). Dopo di che mi bastano poche cose per l’analisi dei dati (Google Analytics e Webmaster Tools) e per la ricerca di backlink (Open Site Explorer, Majestic SEO e, da poco, ho imparato ad apprezzare Cognitive SEO).
7) Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)
Non morire sul codice: a volte è meglio farsi un giro, una corsa in bicicletta, una nuotata e poi stare in mezzo alla gente (sia on line che off line). Oggi contano molto di più le relazioni sociali, che la programmazione pura: certo, non bisogna sottovalutare i dati strutturati, la ricerca semantica (bla, bla e bla), ma i social media sono il miglior veicolo al giorno d’oggi per conquistare credibilità, citazioni e backlink. Sono ovviamente anche il miglior sistema per perdere tutto questo in modo istantaneo: ma è sempre l’hardware che staziona nel tuo cranio a fare la differenza.