Intervista SEO: Gaetano Romeo
by 4 Agosto 2014 16:42 2.3K views0
Ultimo aggiornamento 9 Marzo 2023
Dopo aver trascorso in Germania un periodo importante per la sua vita professionale, Gaetano Romeo è tornato in Italia creando una sua agenzia che oggi opera a Milano. Nel ringraziarlo per averci concesso quest’intervista auguro a lui e a tutti (quelli che ci vanno) buone vacanze.
1) In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)
Ho iniziato nel 2003 per curiosità. Come quasi tutti i colleghi è stata la voglia di capire meglio cosa ci stava dietro a questi posizionamenti. In particolar modo ero ossessionato dal capire perché il sito della piccola agenzia locale per la quale lavoravo saltuariamente non riusciva a scalare le posizioni. Da li in poi è iniziata questa fantastica avventura. Per rispondere all’altro tuo quesito, no non ho intenzione di smettere ☺
2) Come hai imparato a fare SEO?
Bella domanda, un po’ come tutti leggendo molto, confrontandomi sui forum, ma soprattutto sporcandomi le mani e combinando anche una marea casini ☺. La mia grande fortuna è stata quella di aver lavorato 5 anni in Germania e di conseguenza esser stato fianco a fianco con professionisti di spessore internazionale, alcuni di questi addirittura avevano lavorato anche a Mountain View.
3) Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?
Gli direi che fa benissimo il suo lavoro, che riesce ad incutere terrore anche in professionisti molto affermati. In realtà lui sa benissimo di essere una specie di Don Chisciotte, sa benissimo che i links rappresentano ancora (e per molto tempo ancora) la colonna portante del loro amato algoritmo, dunque non può far altro che agire così, quindi totale rispetto.
4) Quali sono i migliori 10 SEO italiani? In base a cosa li giudichi?
Domanda molto difficile, non penso si possa stilare una classifica, sono sicuro che ci saranno sparsi per l’Italia decine di SEO specialist bravissimi, ma che non frequentano molto i social e che non amano molto apparire, per questo dovremmo essere giudicati per le nostre case history e non per quanto siamo fighi sui social ☺. Però ti posso fare i nomi delle persone con le quali sono solito confrontarmi o che stimo particolarmente:
Il duo di SEO Cube Ivano Di Biasi e Giuseppe Liguori che conosco personalmente, in loro rivedo molto il mio modo di lavorare. Gli amici e concittadini Benedetto Motisi e Riccardo Colli, stimo moltissimo Andrea Camolese con il quale abbiamo modo di confrontarci spesso e Giulio Cupini con il quale in passato abbiamo collaborato tanto. Aggiungo anche Claudio Fiorentino, ottimo professionista con una preparazione a 360°, Luca Bove e Ale Agostini.
5) Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?
Domanda semplice ☺ ,le condizioni ideali sono quelle dove hai la possibilità di avere un buon budget a disposizione, un team di lavoro competente e un cliente che non sa nulla della materia e ti dice:”tu sei il professionista lascio fare a te”.
Le condizioni peggiori sono invece quelle dove oltre ad avere un budget non adeguato, il cliente è lo smanettone per eccellenza che legge qualche fesseria su internet e pretende di saperne più di te.
6) Quali software utilizzi per fare SEO?
Per l’analisi onsite non posso fare a meno di Screaming Frog, anche se in realtà mi piace molto controllare il codice manualmente, attività che spesso ti permette di trovare errorini che i software fanno fatica ad individuare. Invece per l’attività di Linkbuilding lavoro molto con Majestic SEO che considero ormai un fratello. Mi piace molto SEMRUSH, un tool molto utile soprattutto per fare dei report ah hoc per i clienti. Ma ammetto che sogno di abbandonarli tutti in un prossimo futuro per adottare SEO Zoom degli amici di SEO Cube ☺.
7) Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)
Il consiglio che posso dare è quello di non crearsi miti/Guru ai quali credere ciecamente. Sporcatevi voi le mani, comprate blog/siti e sperimentate su questi (mai sperimentare sui siti dei clienti ☺). Leggete molto in lingua inglese, ma anche li bisogna pendere con le pinze quello che viene detto, ricordate sempre che per Google l’Italia rappresenta solo l’estrema periferia dunque comportatevi di conseguenza.