Intervista SEO: Fabio Sutto

by francesco 3.6K views0

Ultimo aggiornamento 12 Aprile 2020

fabio sutto

Le cattive abitudini sono dure a morire, vale anche per le interviste SEO che leggete su questo blog ogni settimana. Riprendiamo l’andazzo nel 2014 (oggi eccezionalmente di mercoledì) con uno dei miei super eroi preferiti di sempre, the big one, Fabio Sutto. Coraggio Fabio, rispondi tranquillamente, tua madre comunque non lo scoprirà ☺

 In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)

Ho iniziato più o meno nel 2002 ma all’epoca ancora non sapevo di stare facendo SEO, anzi black hat SEO: ero uno sviluppatore server-side tra i più attivi e conosciuti in rete in Italia il che, lo dico subito, non significa necessariamente essere uno dei più bravi, ma sicuramente uno tra quelli che sperimentavano prima degli altri soluzioni alternative a quelle convenzionali.

Nel caso specifico dovevo realizzare per un consorzio un sito di news sul mondo dell’IT che si mantenesse aggiornato automaticamente, e il relativo web service: creai  il mio primo script che faceva scraping dai risultati dei motori di ricerca e popolava il database delle news…il sito nel giro di breve tempo si posizionò benissimo per keyword piuttosto competitive e iniziò a sviluppare volumi di traffico molto interessanti.

Come hai imparato a fare SEO?

A seguito di quella prima esperienza casuale decisi che volevo saperne di più continuai a sperimentare, iniziai a documentarmi (qualcuno ricorda il SEObook di Aaron Wall?) e dopo qualche tempo iniziai a lavorare in una SEM agency, all’epoca rinomata. Lì ho conosciuto Fabrizio Ventre, la mente SEO dell’agenzia, che mi mise sulla giusta strada.

A differenza di molti SEO non ho iniziato con un mio sito, per “guadagnare online” o per desiderio di fare web-marketing, ero mosso da pura curiosità e voglia di utilizzare le mie competenze di sviluppatore per “gareggiare” con l’algoritmo di Google: all’epoca era possibile divertirsi alla grande senza fare danni, oggi se decido di usare il “doping” lo faccio solo per miei progetti, non sui clienti.

Ho iniziato subito con settori difficili: turismo e immobiliare.

Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?

Lo inviterei a bere qualcosa, alla fine è solo un portavoce e si sa che “ambasciator non porta pena” ☺

Gli chiederei solo di essere un po’ più simile a John Mueller (che nel 2013 abbiamo invitato come relatore al be-wizard.com): JohnMu quando può confermare un’ipotesi la conferma, mentre quando non può rispondere lo dice chiaramente, non cerca di fuorviare e fare terrorismo.

Quali sono i migliori 10 SEO italiani? In base a cosa li giudichi?

Impossibile fare una classifica o citare qualcuno in particolare, e non per questioni di diplomazia ma perché dipende dal settore e dall’esperienza specifica in quell’ambito.

Nutro la massima stima di tutti i colleghi che evitano di snocciolare teorie più o meno astruse e hanno un’impostazione  pratica e terra-terra: avevi un certo obiettivo,  hai applicato una certa strategia, hai commesso degli errori ma hai capito esattamente dove hai sbagliato e hai portato a casa il risultato?  

Se questo è il tuo approccio allora non c’è anzianità o fama che tenga, se mi dovesse capitare un caso simile chiederei a te prima che a qualsiasi altro “guru” blasonato.

Quindi non farò classifiche ma citerò due nomi di fiducia solo perché mi capita di confrontarmi con loro  più spesso che con altri (anche per ragioni di vicinanza geografica) e perché hanno spesso intuizioni che poi di solito si rivelano corrette: sono il già citato Fabrizio Ventre e Piersante Paneghel.

Nella cerchia delle mie conoscenze invece la persona che reputo in assoluto il maggior esperto sul funzionamento dell’algoritmo di Google è un non-professionista: fa SEO nei ritagli di tempo ma ha guadagnato centinaia di migliaia di Euro con Adsense, si è fatto penalizzare decine di volte da Google ma è sempre riuscito a uscirne, o per lo meno a capire quale fosse il problema.  Purtroppo è molto riservato, non vuole mettersi in luce e ha sempre rifiutato i miei inviti ad eventi e convegni.

C’è da dire che, statisticamente, la modestia e la riservatezza nel SEO di solito si accompagnano ai più alti livelli di competenza, mentre forti dubbi dovrebbero nascere nei confronti di chi si auto-proclama “il migliore”, “il n.1”, “il più professionale”.

Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?
Le migliori sono quelle in cui ti chiamano a lavorare su un sito già ben posizionato in un settore competitivo 😀 

A parte gli scherzi il committente ideale è quello competente e preparato: sa che non deve avere fretta, considera il SEO indispensabile ma non contrapposto e alternativo agli altri canali di visibilità.

Un’altra situazione ottimale è quella in cui ti chiamano a riparare i danni creati da altri (il 50% del mio lavoro oggi), la passione per la ricerca e la sperimentazione mi rende congeniali le situazioni in cui devo fare “debugging” e, una volta risolto il problema, di solito ti sei conquistato un cliente per l’eternità.

Quali software utilizzi per fare SEO?

Ubersuggest per l’analisi preliminare delle keyword, campagne pilota Google Adwords per l’analisi effettiva.

Quando necessario utilizzo SEOmoz per l’analisi approfondita della struttura di un sito, SEMrush per l’analisi dei competitor, Ahrefs per l’analisi dei backlink.

Anche in questo caso però mi piace cambiare e testare nuovi tool.

Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)

Più che altro indicazioni dettate dal buonsenso: cogli tutte le possibili occasioni di condivisione con altri SEO, non temere il confronto, rimani aggiornato, sperimenta su tuoi siti e tieni sempre d’occhio gli altri canali del web-marketing. 

Nota: causa impegni lavorativi e  personali ci ho messo un bel po’ a completare questa intervista, ma ci tengo a ringraziare Francesco per i quesiti stimolanti.

…Fabio, grazie a te (ndr) 🙂