Intenzione di Ricerca, non Parole Chiave

by francesco 5.7K views2

Ultimo aggiornamento 18 Giugno 2020

Appena finito di dare una bella scorsa all’ultimo grafico sui fattori di ranking individuati da searchmetrics nel 2014. È il caso di fare una riflessione sulle “intenzioni di ricerca” e sulla semantica del contesto.

 

intenzione di ricerca
intenzione di ricerca

Come sai, ogni anno Searchmetrics produce un’analisi dei primi 30 siti web posizionati per circa 10.000 keywords. Lo scopo dell’analisi è valutare le referenze SEO di questi siti web per fare inferenza su quali siano i fattori di ranking più efficaci in generale e quali quelli che guadagnano o perdono terreno rispetto agli anni precedenti.

L’aspetto più interessante tra i riscontri dell’analisi di quest’anno è stato messo in evidenza da Marcus Tober sul Moz Blog, in un articolo che si intitola Searchmetrics Ranking Factors 2014: Why Quality Content Focuses on Topics, not Keywords.

La rinascita del contenuto

Traducendo dall’articolo:

In quest’anno passato ci siamo molto concentrati sulla valutazione delle co-occorrenze tra parole chiave e termini rilevanti, perché abbiamo visto grosse variazioni nel ranking basate su questi aspetti. Non entrerò nel dettaglio perché non è lo scopo di questo articolo, ma ciò che possiamo dire è che dopo aver condotto analisi sulla co-occorrenza di parole, abbiamo riscontrato che le parole più rilevanti svolgono un ruolo importante nella qualità e (di conseguenza) nel ranking. I termini prova (proof?) sono termini fortemente correlati alla keyword principale e spesso compaiono insieme ad essa. I terminirilevanti non sono così strettamente correlati alla keyword principale, ma appaiono comunque nello stesso contesto (o come parte di un sub topic).

Questi tipi di approccio sono basati sulla semantica del contesto.

Si può fare SEO senza parole chiave?

Credo che la cosa più interessante messa in evidenza da questo studio, è che non dobbiamo concentrarci sulla parola chiave da scegliere e sul come ottimizzare il contenuto intorno ad essa, piuttosto dobbiamo ragionare per argomenti o topic, più o meno quello che scrivo su questo blog da un anno, beccandomi improperi vari e soprattutto eventuali. 🙂

Un contenuto non dev’essere ottimizzato tanto per una parola chiave, ma per un’intenzione di ricerca, vale a dire che deve essere composto tenendo conto di quegli elementi che si configurano come risposte a domande molto frequenti tra chi cerca, ma poco o per niente trattati da chi offre contenuti in regime di concorrenza per una determinata parola chiave. Si parla chiaramente di Topic Nalgoritmo LDA, che sono rientrati di prepotenza tra i fattori di ranking secondo Searchmetrics!

Dieci anni fa in Italia si ipotizzava che gli algoritmi risalenti agli anni ’70, basati sulla linguistica computazionale potessero influenzare le logiche di information retrieval di Google ed essere usati per fare SEO. Nonostante siano state scritte tante cose all’epoca, c’è da dire che quelle rimasero solo ipotesi. La mia riflessione rimane la stessa che porto avanti da un anno: non sarà che adesso Google è diverso rispetto a dieci anni fa? Non sarà che in questo momento ha abbastanza risorse per leggere TUTTO?

È mia opinione che in questo momento Google riesca a cogliere tutti i significati espressi in un documento web sulla base di co-occorrenze tra termini, e che valuti il ranking dei contenuti per come rispondono nel mercato della domanda e dell’offerta di “argomenti” più che di parole chiave.

Faccio subito un esempio:

Se cerchi su Google MacBook Air 13, in prima pagina compare Techstation, (saluto Alex) con una recensione dell’omonimo notebook di Apple. Non c’è bisogno di ottimizzare il Title per chissà quale “chiave profittevole correlata” e non serve nemmeno fare link building. Puoi posizionarti per quella chiave ad altissima competizione semplicemente scrivendo una recensione completa e circostanziata su un MacBook Air 13 che però monta un processore i7 e 8 Gb di ram. I mac user che mi leggono sanno bene che questanon è la configurazione standard per quel computer. Pensa un attimo a quanti utenti hanno un’intenzione di ricerca che va in quella direzione e dall’altra parte, pensa a quanti sono i siti web propongono una recensione con quelle caratteristiche… 

Domanda e offerta, tutto qui. Google è sensibilissimo a questi meccanismi!

Ti lascio con una frase di Marcus Tober che sintetizza il mio pensiero:

It’s not about optimizing keywords for search engines. It’s about optimizing the search experience for the user.