L’effetto Sandbox e i Tempi di Latenza
by 29 Gennaio 2014 17:54 2.8K views0
Ultimo aggiornamento 8 Gennaio 2018
La sabbionaia o buco di sabbia è il nome che è stato dato a un fenomeno riscontrato nelle serp di Google relativamente al posizionamento dei contenuti più recenti di domini nuovi. Sebbene Cutts non abbia confermato l’esistenza di un filtro specifico che favorisce o penalizza tali contenuti, vale la pena mettere insieme un po’ di riscontri sul comportamento di Google in tal senso e più in generale sui tempi di latenza nel ranking dei contenuti nuovi.
Ho diverse considerazioni da condividere con voi sui tempi di latenza nel posizionamento di un contenuto ottimizzato bene. Proverò a riassumere alcune cose che mi sono successe e vediamo se corrispondono ai vostri riscontri:
- Il contenuto si posiziona entro i primi 20 risultati non appena viene fatto assorbire negli indici di Google, ma solo per chiavi secondarie, cioè composte da radice + altra parola es.organizzare un matrimonio + civile.
- Il contenuto si posiziona come sopra e poi oscilla (sempre entro i primi 20 risultati) per un mese circa prima di trovare pace.
- Il contenuto non si posiziona entro i primi 20 risultati, spesso anzi parte dalla quinta o sesta pagina, a seconda della concorrenza sulla chiave principale. Dopo un mese circa spunta in prima pagina, mentre io stavo lavorando ad altro. Queste sono le belle (rare) sorprese nel mio lavoro.
Rispetto all’effetto sandbox ho notato che alcuni dicono produca un limite nella visibilità dei contenuti nuovi, altri invece che l’aumenti temporaneamente. In effetti anche wikipedia conferma queste voci e Cutts al solito fa il misterioso. Ok, dico la mia:
Come reagisce Google di fronte a un contenuto nuovo?
L’effetto sandbox riguarda solo i domini nuovi, ma anche per quelli vecchi si presentano a volte comportamenti apparentemente anomali. Esiste sempre un tempo di latenza nel quale un documento web viene esaminato in relazione ad altri. Vediamo quali sono i casi in cui tale latenza si verifica (e come cambia) in relazione a tre variabili che sono la coerenza di struttura, l’anzianità e la qualità del contenuto.
Sito anziano, coerente e di qualità
In questo caso il contenuto nuovo, appena assorbito negli indici tende a piantarsi subito in prima pagina. Nel giro di un mese può però oscillare (poco) a seconda del confronto con gli altri documenti in competizione e soprattutto del rapporto fra nuovi contenuti pubblicati e segnali sociali correlati.
Sito anziano, destrutturato, di qualità
Se il sito presenta diverse categorie scorrelate fra loro, come ad esempio un e-commerce generico, il contenuto nuovo, sebbene di qualità, non si posizionerà subito nei primi 20 risultati, ma verrà esaminato a lungo da Google in relazione ad altri documenti di pari valore. Dopo un certo tempo può capitare che il contenuto divenga visibile anche in prima pagina, ma che poi sparisca di nuovo. Fondamentalmente il problema dei contenuti di qualità sui siti destrutturati, è che possono finire con il migliorare il posizionamento di altri contenuti su siti strutturati. Qui però si sconfina nella semantica e nella sintassi.
Sito nuovo, coerente e di qualità
Qui si vede tutta la pigrizia di Google da un lato e l’effetto “novità” attribuibile al Sandbox dall’altro. Il contenuto nuovo e di qualità tende a posizionarsi subito bene, per la gioia del SEO che ci sta lavorando, salvo sparire nel giro di due giorni in favore dei contenuti di qualità più bassa presenti su siti più anziani e parimenti strutturati. Sandbox favorisce temporaneamente le “ultime uscite”, come succede in libreria per i libri nuovi.
Sito nuovo, destrutturato e di qualità
In questo caso si verifica l’insabbiamento programmato, cioè l’altra faccia dell’effetto sandbox, quella che occulta il contenuto per un tempo anche discretamente lungo. Nessuno conosce bene il motivo per cui questo avvenga, presumibilmente è un invito da parte di Google a migliorare la struttura di un sito di qualità. Il contenuto viene congelato, sebbene migliore di tanti altri, in quanto a ricchezza, completezza e utilità, proprio perché manchevole di struttura, e non solo per via della poca anzianità.
Contenuti di bassa qualità
Valgono le stesse cose che ho scritto sopra, però diventa tutto più difficile. Una delle condizioni peggiori in cui mi trovo a lavorare, è quando devo posizionare contenuti web con pochissimo testo. Ti accorgi che portando avanti le stesse attività esterne per due contenuti a parità di concorrenza, il contenuto migliore si posiziona molto più facilmente.
Conclusioni
Ci sarebbero una marea di considerazioni da fare sui tempi di latenza, troppe per un articolo su Seogarden, quindi l’invito è contattarmi o venirmi a trovare in agenzia. In linea di massima, emerge l’importanza di avere una buona struttura interna, coerente nei limiti del possibile, (e quando non è possibile usare i terzi livelli) e di argomentare bene i servizi e i prodotti, non limitandosi a far parlare le immagini o a far valere tutti i link di qualità che il sito riceve.
Struttura e qualità, esattamente quello che Google va dicendo da 15 anni.