Distorsione di campo nella Semantica Associativa
by 1 Febbraio 2017 8:39 4.7K views0
Ultimo aggiornamento 18 Giugno 2020
Mettiamola così, talvolta non riusciamo a capire qualcosa perché non condividiamo codici e contesti con gli altri parlanti (o scriventi), talaltra non ci riusciamo perché qualcuno vuole tenerci all’oscuro della verità. Prima che cominci a pensare ad un mio coinvolgimento in massoneria, vorrei rassicurarti sul fatto che la riflessione di oggi è alla portata di chiunque negli ultimi tempi abbia assistito al tentativo nemmeno troppo goffo di renderci schizofrenici rispetto all’olio di Palma.
Se infatti da un lato non c’è più modo di vedere la reclame di un frollino o di un cracker senza percepire chiaro il messaggio che (per carità) è tutto “senza olio di palma“, perché farebbe male alla salute, dall’altro sullo stesso canale tv e nella stessa fascia oraria, può capitarti di vedere lo spot del “consorzio di tutela dell’olio di palma sostenibile” secondo cui l’olio di palma veniva usato già gli Egizi, quindi non fa male per niente. Nel mezzo ci siamo noi, probabili vittime in un gioco di interessi in cui le multinazionali del settore alimentare stanno lì a tirarsi cornate.
Il campo di distorsione nella semantica associativa
<Pippone> Partendo dall’assunto già sviluppato da Sassure e poi ripreso dal suo allievo Charles Bally, riguardante il fatto che ciascun significato è definito nel rapporto con gli altri significati in un sistema definibile “campo”, notiamo che ogni lingua sviluppa insiemi di parole ed espressioni collegate fra loro rispetto a significati e forme. Solo all’interno di una stessa sfera concettuale o campo semantico puoi vedere i rapporti associativi tra segni linguistici. </Pippone>
Nell’ultimo anno, il trend “senza olio di palma” ha portato a discutere su cosa sia opportuno o meno acquistare al supermercato relativamente a una vastissima quantità di alimenti. Quale che sia la voce autorevole da seguire, abbiamo un motore di ricerca che scansiona testi (segni linguistici) concernenti tematiche di grande interesse intorno ad un olio alimentare. Considerando che tali testi vengono spesso ripresi su testate giornalistiche nazionali e su altre fonti trust di vario genere, con ricadute sui volumi di ricerca, abbiamo che l’olio di palma è letteralmente sulla bocca di tutti.
Fin qui tutto normale, anzi magari ti starai chiedendo perché ho titolato “distorsione di campo” se in realtà scrivo di un argomento fortemente dibattuto intorno a significati tutto sommato chiari, sebbene contrapposti rispetto alla dicotomia buono/cattivo.
Dov’è la distorsione?
La distorsione riguarda la SEO, specificamente la possibile rilevanza di un brandname per una keyword (coincidente) ad alto volume di ricerca per motivi ambigui, ed è un’ipotesi che può funzionare rispetto al posizionamento organico.
Se domani mattina il frantoio Di Palma sviluppasse un buon contenuto sugli effetti dell’olio di palma gestendolo opportunamente rispetto alla struttura interna dei link e se si muovesse correttamente su forum e blog esterni, potrebbe portare Google ad attribuire rilevanza al sito web proprio per le chiavi di interesse come olio di oliva ed olio extravergine di oliva. Il gioco funzionerebbe proprio su ciò che possiamo definire distorsione di un campo semantico, perché si tratta di far credere a Google che tutti i contenuti sull’olio di palma, parlino in realtà dell’olio Di Palma (con le iniziali maiuscole).
Ho già sviluppato questa strada nel 2014 ottenendo risultati assurdi in ambiti di cui non posso parlare perché protetti da accordi di riservatezza. Ne ho scritto riferendomi alle ambiguità semantiche, portando esempi inventati, ma comunque validi sul piano ipotetico.
Non resta dunque che contattare il frantoio Di Palma per fare un SEO test che potremmo gestire tutti insieme.
Chi ci sta?