Contrapposizioni, la SEO che divide
by 27 Gennaio 2020 7:57 5.2K views0
Ultimo aggiornamento 19 Aprile 2024
Contrapporre due brand, compararli mettendo in luce i punti di forza e quelli di debolezza, schierarsi da una parte in modo fintamente velato, può aggiungere ad un contenuto quella spinta che si genera spontaneamente ogni qual volta si chiamiamo in causa fazioni opposte.
Agire in questo modo può aiutarci a posizionare una pagina del nostro sito web, vediamo come e perché.
Divide et impera
Prendo in prestito il classico detto latino per rimarcare che è sempre opportuno tenere insieme cose e persone collegate tra loro, ma gli accostamenti migliori sono spesso tra quegli oggetti di conoscenza che pur trovandosi nello stesso alveo (anzi spesso proprio per questo) generano scontro tra i fan dell’una o dell’altra visione del mondo. Emblematico questo video di Andrea Galeazzi che per parlare del MacBook Pro 15, lo mette in contrapposizione con il Dell XPS 15. Intanto ti faccio notare che il video in cui viene fatta la comparazione ha circa 50.000 visualizzazioni in più rispetto agli altri video che ha realizzato sui soli macbook, anche più vecchi, ma la cosa più interessante è la quantità/tipologia di commenti arrivati sotto il video.
Il video è riuscito a polarizzare tutta la ferocia degli utenti PC/Microsoft, portatori di una verità storica inconfutabile: non vale la pena spendere tanti soldi in più per un computer meno potente, ma più bello esteticamente. Ora so bene che mentre leggevi l’ultima frase hai provato una sensazione di forte accordo o di altrettanto forte disaccordo. Bene, ricorda questa sensazione perché è esattamente quella che dovresti cercare di innescare nei tuoi lettori. Questo genere di risposta emotiva genera interazioni, citazioni con o senza link, traffico e in una parola “rilevanza” per il contenuto.
Alternativa alla keyword research?
Con questo non dico che puoi mettere da parte la keyword research. Quando scriviamo contenuti per le persone che cerchiamo di raggiungere è prima di tutto importante rispondere alle domande che i nostri concorrenti tralasciano di considerare, trattando anche i topic trasversali a patto che siano funzionali ad una o più intenzioni di ricerca collegate.
Se tuttavia, oltre agli aspetti quantitativi, oltre ai calcoli sulla rilevanza per topic e oltre all’utilizzo più accorto dei software, riesci a concentrarti anche sugli aspetti che riscaldano sul serio la comunicazione, la portata del tuo blog potrebbe crescere in tempi rapidi e dar fastidio a siti web più anziani e blasonati, semplicemente perché avrai saputo aggiungere del mordente alle tue parole. Le persone non si appassionano alla semplice competenza, ma cercano qualcosa di più nel valore di vicinanza o di contrapposizione. I grandi brand non sono semplicemente “validi”, ma rappresentano aziende o persone verso cui esistono solo sentimenti molto positivi o molto negativi.
Come e cosa posso contrapporre?
Lo so, hai pensato subito che al di là dei grandi colossi planetari non sia possibile generare contrapposizioni tali da sbloccare segnali di interazione forti su base emotiva, ma per giocare questa partita non devi per forza tirare in ballo Apple e Microsoft. Se curi un blog di cucina, pensa a quale campo di battaglia diventerebbe la tua area commenti se pubblicassi ad esempio un post sulle creme spalmabili al cioccolato parlando di quella Lindt e dichiarando che la preferisci alla Nutella. Un eresia totale per gli utenti accecati dall’amore, una bella botta di vita per analytics, provare per credere.
Alcuni spunti per orientarti
Se vendi divani
compara una marca ad un altra rispetto alla struttura e all’imbottitura
Se vendi accessori per moto
compara prodotti con caratteristiche simili di marche diverse
Se vendi tende da interno/esterno – zanzariere
compara i prodotti delle diverse aziende per qualità dei materiali e delle strutture
Se vendi siti web
compare portali ecommerce rispetto alle caratteristiche di utilizzo
Se hai un travel blog
Compara ristoranti nella stessa area geografica o alberghi e via dicendo
Puoi contrapporre le moto Honda alle Suzuki, le scarpe Nike alle Puma, WordPress a Joomla e la Juve a qualunque cosa, quindi come vedi bastano 30 secondi per individuare due poli opposti su cui montare una comparazione rigorosamente partigiana per l’una o l’altra campana e su diversi segmenti di ricerca organica.
Comportamenti e interazioni
Non è semplicemente questione di portare traffico sul tuo sito web, perché esistono mille modi per farlo che vanno dai bot che simulano il click fino ai pacchetti di click comprati dal Bangladesh. Si tratta piuttosto di portare le persone giuste a interagire con la tua pagina. Oggi dobbiamo presumere che Google possa sapere per ciascun utente quale sito web viene navigato prima e quale dopo il tuo. Questo genere di informazioni servono banalmente a profilarci per proporci gli annunci pertinenti con i nostri gusti, quindi per finalità commerciali. Se dunque Google ci tiene d’occhio in modo così stretto, non è poi così strano pensare che la rilevanza di un sito web e in definitiva il suo posizionamento sia dato in buona parte dalla capacità del sito di attrarre segnali sociali in senso ampio.
Insomma, avere buoni link in ingresso e una discreta anzianità conta, ma avere nei Fatti le pagine più interagite sugli argomenti centrali legati al tuo business può fare la differenza. Google cerca di mostrare i siti web “migliori” per ogni ricerca. Quale sito è migliore di quello che attira più interazioni, menzioni e segnali spontanei?