A chi devi chiedere link
by 8 Marzo 2018 8:23 5.8K views0
Ultimo aggiornamento 19 Aprile 2024
Acquistare link è in genere l’ultima cosa propongo di fare nelle analisi strategiche. Un link non è un semplice collegamento ipertestuale e non è solo un vettore di page rank da una pagina all’altra. È una relazione. I link che funzionano (e funzioneranno) sono quelli che inquadrano un rapporto dialogico continuativo nel tempo tra due interlocutori. Uno scambio di valore reale.
Se il mio blog offre spesso link ad un sito web che parla di SEO, è perché su quel sito si produce continuamente valore. Se il mio sito web offre link ad un altro blog che tratta argomenti complementari e pertinenti è perché esiste un certo tipo di rapporto tra me e il titolare di quel progetto: magari scrive periodicamente sul mio blog, tiene una rubrica o qualunque cosa implichi una relazione. Ecco quali sono i link che funzionano, ed ecco al tempo stesso perché ritengo che limitarsi a cercare siti web a tema con i software e contattarne i titolari per proporre l’acquisto di link sia alla lunga inutile, costoso e pericoloso.
Inutile, costoso e pericoloso
Inutile, perché in mancanza di una relazione reale, col tempo il link finirà giocoforza in una pagina poco raggiunta dagli utenti del sito su cui ho acquistato visibilità. Le persone non ci cliccheranno più e Google se ne accorgerà.
Costoso, perché se percepisco che mi hai contattato solo perché ti serve il link dal mio sito web non ho interesse a offrirtelo a buon mercato. In passato ho ricevuto proposte imbarazzanti da siti web pur privi di “attributi”, pur tuttavia a tema (e consapevoli del fatto che mi serviva il link).
Pericoloso, perché presto o tardi Google si accorgerà che ti arrivano link da siti web rispetto ai quali non esiste alcun tipo di relazione. Siti che non vengono menzionati nei contesti che frequenti e che sembrano star lì solo per offrire lo stesso tipo di link allo stesso tipo di siti.
Come fare link building evitando questi guai
Quando si tratta di individuare una strategia di link building, i colleghi estraggono i competitor organici utilizzando software come Semrush. Nella lista risultante ci sono tutti i siti web che si posizionano per chiavi in comune. Tra questi si scartano i concorrenti diretti e quei progetti che hanno modelli di business proprio sovrapponibili. Quelli che rimangono (spesso blog e magazine a tema) vengono contattati con la richiesta di pubblicazione di un articolo contenente un link. Money money money.
Questo è il modo più rozzo e secondo me poco accorto di fare link building. Il mio suggerimento non è partire dall’analisi competitor, ma dalla keyword research. Ti faccio un esempio: ultimamente ho seguito un sito web che organizza e propone pacchetti turistici in Sardegna. I siti web a tema sono tutti blog turistici e altri progetti più o meno concorrenti che offrono tour guidati. Contattare questi siti per richiedere un link ci costerà (tanti) soldi e ci esporrà al rischio di penalizzazioni.
Eppure Semrush riporta che tra le keyword più interessanti nel match con i concorrenti, ne vengono fuori parecchie che riguardano il mondo del trekking, delle escursioni, del campeggio in montagna e dei tour a piedi. È in questo passaggio che deve venire fuori il ragionamento, perché i software non ti diranno che i siti web da contattare sono gli ecommerce di accessori per trekking, scalata e sport estremi, non te li faranno neanche vedere. Molti di questi siti web sviluppano blog interni sui quali nessuno ha mai il tempo di pubblicare articoli, perché il business è proprio un altro. È qui che puoi inserirti sviluppando una relazione che vada al di là del link, magari proponendo una convenzione che offra uno sconto a chi acquista presso il sito prima di prendere parte ad un’escursione organizzata. Non solo riuscirai ad ottenere il link gratuitamente, ma avrai creato un ponte tra servizi trasversali che si riferiscono alle stesse persone.
Puoi provare a ragionare in questo modo e vedere che succede.
Puoi provare a ragionare.