Link building Gratis
by 8 Giugno 2016 10:59 5.6K views0
Ultimo aggiornamento 8 Marzo 2018
La link building fatta bene è un’attività costosa, dicono, ma talvolta si può fare un buon lavoro semplicemente investendo tempo nel capire chi contattare e cosa proporre.
Qualunque attività tesa a manipolare artificialmente il ranking di un sito web, prima o poi viene scoperta e penalizzata da Google. Detto questo io non sono contrario alla link building e penso che nemmeno tu dovresti fartene una brutta idea. provo a spiegarti perché.
Quando nelle linee guida di Google si parla di link artificiali, ci si riferisce a link su pagine che non trasferiscono alcun valore agli utenti. Se una pagina web è inutile, lo sarà anche il link che da quella risorsa punta al tuo sito web. Inutile, nella migliore delle ipotesi.
Google consiglia di evitare la compravendita di link, per questo richiede esplicitamente l’attributo nofollow per tutti i link all’interno degli articoli di recensione. Secondo me però è una misura estrema che getta via il bambino con l’acqua sporca.
Quali sono i link che funzionano sempre
Sono i link provenienti da risorse trust, anche non pertinenti per argomento. Molti discordano su questo punto, ma posso affermare per esperienza diretta che per quanto Google si stia evolvendo nella direzione di determinare i trusted content, non è che si è dimenticato dei trusted site, lo dice anche Bruce Clay nell’intervista che mi ha rilasciato. Un trusted site (che poi c’è trust e TRUST, diciamolo) spinge indipendentemente dal tema che tratta. Questo significa che se domani il sito web di Applemettesse in homepage un link a Seogarden con anchor secca “SEO”, è probabile che il mio blog balzerebbe in prima pagina per la chiave secca. Ovemai passasse un controllo manuale sul sito di Apple e non trovasse un motivo valido per cui dovesse esserci quel link, potrebbe prendere provvedimenti (probabilmente annullandone l’effetto).
Link building costosa
Insomma, la link building “costosa” coincide fondamentalmente con il comprare link da siti trust, a patto che questi li vendano ovviamente, poiché in quanto “trust”, non potranno offrire link a chiunque abbia abbastanza soldi per comprarli, senza rischiare unapenalizzazione da link in uscita. E sarebbe un peccato, ché non si diventa fonti trust da un momento all’altro.
È costosa la link building anche quando vuoi sviluppare unPBN, cioè un network di blog tematici da cui muovere link verso il tuo sito web. Costosa perché puoi immaginare quante risorse servano per creare da zero 5, 10 o X siti web “reali”, con testi originali, a meno che non vuoi essere beccato dal freddo abbraccio del Pinguino! Non metto in dubbio che un PBN fatto coi fiocchi sia una buona cosa per il posizionamento, dico solo che con quello che costa, tante volte si potrebbero fare altre cose, migliorare (tanto) il tuo sito web di interesse, offrire un servizio migliore… e i link?
I link senza pagare
È possibile ottenere buoni link (ma buoni) senza spendere una fortuna e senza rischiare la crocifissione in sala mensa? Se devi pagare è implicito che stai comprando valore, mentre il senso sarebbe offrirne… e per offrire valore non ti serve pagare, ti serve una piazza che il tuo valore lo cerchi.
Seleziona blog, magazine e giornali nel settore in cui operi. Devono essere realtà “costrette” per necessità editoriali a pubblicare tanti articoli alla settimana, magari al giorno. Le redazioni di questi giornali hanno un continuo bisogno di contenuti freschi. Non proporre a queste redazioni di scrivergli un solo articolo (figlio unico di madre vedova), ma proponiti per la realizzazione di più contenuti su un certo argomento. Diventa risorsa per la risorsa offrendo valore strutturato, non un semplice articolo. Il problema di tanti link builder è che non pensano al link come a un vettore di valore, ma solo come a un vettore di ranking. Ecco perché (e quando) la link building non funziona.
Perché è meglio che te la fai da solo
Ti dico la verità, sono pochi i clienti a cui scelgo di offrire questo servizio perché sono pochi i clienti che ne sanno cogliere il senso. Il principio è che se pago per ottenere link, mi devi dire prima quanti ne arriveranno e da quali siti web. Peccato che per vendere un servizio a queste condizioni dovrei sapere in anticipo dove li andrò a prendere, quindi per garantire un numero “N” di link al mese dovrei avere un PBN o una rete di siti web “amici” da cui attingere. Capirai che a questo punto il problema si farebbe serio, perché tutti i miei clienti finirebbero presto o tardi per avere profili di link in ingresso molto simili, configurando il classico schema di link riconoscibile e facilmente penalizzabile.
Un buon link builder dovrebbe garantire (e documentare) la quantità di tempo trascorso ad aprire contatti per i propri clienti, non la quantità precisa di link che otterrà.
Il giorno che te ne rendi conto, bussa pure alla mia porta.