Intervista SEO: Giuseppe Pastore

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Ultimo aggiornamento 28 Maggio 2017

giuseppe pastore
giuseppe pastore

Giuseppe Pastore è un SEO che vive a Roma e che opera già dal 2007. Laureato in ingegneria elettronica, ha seguito come tutti noi il sentiero avventuroso e impervio dell’ottimizzazione per i motori di ricerca. È apprezzato da nomi di rilievo sia in Italia che all’estero… ed ora anche su questo blog. Lo presento a chi ancora non lo conoscesse augurando a tutti, come ogni lunedì mattina, buona settimana e buon lavoro. 

1) In che anno hai cominciato e soprattutto perché? (puoi ancora smettere)

Ho iniziato nel 2007 perché mi piace Agatha Christie. Lo so, suona un po’ strano, ma sul mio sito c’è tutta la storia. In estrema sintesi: piacendomi leggere e avendo aperto un sito di recensioni letterarie, ho dovuto imparare la SEO per avere più visite e mi è piaciuto talmente tanto che ho smesso di fare l’ingegnere elettronico per lavorare full time come SEO consultant.

2) Come hai imparato a fare SEO?

Da autodidatta, come molti credo, poi seguendo alcuni corsi. Nel 2008 vinsi una borsa di studio al corso-SEO di Yoyo Formazione (con Francesco De Francesco, Enrico Altavilla e Piersante Paneghel), seguita da un’altra per un Web-Marketing Experience di Madri e da un corso di Facebook marketing di Alessandro Sportelli. Un paio di corsi e convegni me li sono pagati di tasca mia, comunque. Nei primi anni ho lavorato per lo più a progetti personali e su piccoli clienti, poi sono entrato in Mamadigital e ho cominciato a lavorare su clienti grossi e progetti strutturati. Continuo comunque ad avere dei siti, a farmene bannare, a fare consulenze se me ne chiedono. Di tanto in tanto capita che scriva su qualche sito americano.

3) Cosa faresti a Matt Cutts se vi trovaste di notte da soli in un vicolo buio e senza telecamere?

Mah, niente di terribile. È diventato il capro espiatorio degli sfoghi dei SEO ma non ha tutte le colpe. Cercherei semmai di farlo ubriacare e farmi dare qualche informazione inaccessibile agli altri.

4) Quali SEO italiani ti hanno ispirato? In base a cosa li giudichi?

Sicuramente Enrico e Piersante hanno avuto una parte fondamentale nel mio percorso ed Enrico continuo a seguirlo e leggerlo; quando qualche anno fa mi dissero stava citando un mio caso studio pubblicato su Moz in un corso quasi non ci credei. È passato tanto tempo, ma resta un faro. Lavorando con Simone Rinzivillo ho poi imparato molto in ambito di project e team management, competenze a mio parere indispensabili se le proprie capacità da SEO si vogliono trasformare in web-marketing più in senso ampio e spendere in realtà di grosse dimensioni.

Di altri nomi italiani non ne faccio poiché a torto o a ragione ho sempre cercato di interagire con colleghi di tutto il mondo (e difatti bloggando in inglese quei pochi follower che ho su twitter sono in gran parte stranieri). Questo non perché pensi che gli italiani non siano bravi (siamo molto meglio di tanta fuffa anglofona), ma perché credo che il nostro sia un lavoro in cui si può e bisogna avere orizzonti ampi. Il mercato è il mondo intero.

5) Quali sono le condizioni di lavoro ideali e le peggiori per un SEO?

La condizione ideale? Cliente agile, con budget e che si fida, e seguito da un’agenzia collaborativa e reattiva. Non capita di frequente, purtroppo. La peggiore: cliente pachidermico e burocratizzato che ci mette sei mesi per approvare un’attività, e con un’agenzia letargica che ce ne mette altri sei per le implementazioni. Per fortuna, il più delle volte la realtà sta nel mezzo.

6) Quali software utilizzi per fare SEO?

Molto le query avanzate su Google, Majestic SEO per link analysis e Xenu per il crawling. Google Webmaster tools e Analytics imprescindibili; il keyword planner di Adwords, keywordtool.io, Excel, con SEO tools di Niel Bosna e le API di Moz, Buzzsumo, IFTTT, molte estensioni per Chrome (Scraper, Redirect Path, Web developer toolbar, Check My Links, SEO Quake). Sono le prime cose che mi vengono in mente ma la mia lista di preferiti è decisamente lunga. 

7) Quali consigli daresti a un SEOFITA? (giovane sulla cattiva strada)

Apri siti, testa, fatti penalizzare, esci dalle penalizzazioni, fatti bannare. Impara a capirne di social. Fai affiliated marketing e impara a lavorare per le conversioni e non per il traffico fine a se stesso. Non prendere per oro colato quello che dicono gli altri, neanche se sono ritenuti bravi. Fai i tuoi test. Fai qualche anno in un’agenzia, possibilmente grande, prima di fare il freelance: ti insegnerà a essere un po’ commerciale, un po’ tecnico, un po’ consulente, un po’ manager, un po’ stratega; non puoi capire le logiche che guidano le strategie di grossi brand se non hai partecipato a progetti pensati su più canali, più mercati, in cui intervengono più funzioni aziendali e in cui il tuo referente probabilmente riferisce a sua volta a diverse altre persone. Un SEO che sia solo smanettone difficilmente siede ai tavoli dove si prendono le decisioni.