I domini EMD per fare SEO

by francesco 5.1K views0

Ultimo aggiornamento 28 Maggio 2017

I SEO italiani sono ancora piuttosto divisi nel giudizio sui domini EMD (exact match domain), cioè quelli in cui la keyword principale corrisponde al nome dominio. Proverò a fare chiarezza sulla base dei miei riscontri. E vediamo un po’…

 

Alla fine del 2012 si era parlato di un Google EMD update, che avrebbe dovuto penalizzare quanti avessero giocato tutta la partita del posizionamento organico sul nome dominio. Embè? Com’è andata a finire? 

Piccolo passo indietro: nella prima metà del 2011, un mio ex allievo di ritorno da Londra mi dice che Google sta per togliere peso ai domini EMD, in virtù di un aggiornamento algoritmico. Cavolo, fino a quel momento avevo trattato il nome dominio come la chiave più forte dell’intera struttura, ora invece avrei dovuto rivedere a monte l’intera teoria dell’ottimizzazione seo in funzione di questo update. Mannaggia.

C’è da dire che il serafico Matt Cutts, già un anno prima del famigerato aggiornamento, consigliava di brandizzare la url del sito, in modo da lasciare nella memoria degli utenti una traccia più forte della semplice parola chiave.

Quello di Cutts era un buon consiglio, perché il posizionamento organico non è del tutto diverso dal posizionamento strategico (una delle quattro P del marketing mix tradizionale), quindi nella notte più nera, è meglio essere secondi con un bel nome, che primi in maniera spersonalizzata.

Tornando a noi, tutto quello che è successo fuori dall’Italia non lo so, però qui i domini EMD funzionavano e funzionano ancora se lo scopo è posizionare un sito web in modo verticale, cioè a partire dalla keyword principale per poi costruirvi intorno un’architettura fatta di secondarie correlate semanticamente.

 

Esempio:

se posseggo il dominio ricostruzioneunghie.it mi sarà più facile posizionare sia la chiave principale (ricostruzione unghie) che le secondarie correlate semanticamente, come “corsi ricostruzione unghie” o “accessori ricostruzione unghie” ecc.

Da quest’affermazione nascono le risse da bar tra i SEO italiani, ma state tranquilli, perché a monte c’è l’equivoco: tanti imprenditori hanno puntato l’intera ottimizzazione SEO sul nome dominio, nel senso che si sono limitati a far realizzare il loro sito su quello spazio web dal nome “figo per le ricerche” senza porre la minima attenzione in ottica SEO.

 

Quali domini EMD sono stati penalizzati?

Questa scorciatoia del dominio EMD “al posto” della SEO, si è trovata al centro delle attività di penalizzazione da parte di Google, ma tutto qui, perché i siti web interamente ottimizzati, hanno continuato tranquillamente a trarre vantaggio dalla corrispondenza esatta tra nome dominio e keyword principale.

Dimostrazione di ciò, è che le serp di tutto il mondo continuano (com’è giusto che sia a certe condizioni) ad associare valore ai domini EMD, lo riporta ampliando la riflessione anche un post uscito a ferragosto sul MOZ Blog riguardante l’analisi delle serp tra i volumi di ricerca e il tipo di sito.

Come scegliere il nome dominio allora?

Dal mio punto di vista occorrerebbe dare un colpo al cerchio e uno alla botte, cioè muoversi in equilibrio tra:

– Aspetto denotativo (cosa fai)

– Aspetto connotativo (chi sei)

Sarebbe quindi meglio scegliere una url che abbia un match parziale con la chiave principale e che abbia al suo interno una chiave di brand, in modo da mantenere una buona relazione sia dal punto di vista semantico che con il tuo pubblico di riferimento.

Guarda un po’ come si chiama il mio blog 😉