La strategia SEO degli archivi
by 8 Settembre 2016 9:21 8.2K views2
Ultimo aggiornamento 31 Dicembre 2017
Ragazzi, sono veramente euforico! (questa è per chi guarda i film in streaming). La nuova struttura di Seogarden sta performando discretamente. C’è ancora da lavorare, ma già così “nuda e cruda” funziona bene. Mi dirai che rispetto alla vecchia versione ci voleva poco, ciononostante concedi a questo povero viandante del ueb il suo momento di allegrezza dopo mesi di lavoro. Diamine. 🙂
Contenuti risorsa e contenuti obiettivo
Guardando il blog puoi notare come il menu principale contenga i link a contenuti obiettivo come corso SEO, costi SEO e pochissimo altro. Quelle pagine sono tra le più visitate del blog, con utenti provenienti sia da Google, che da altri articoli del sito web. I contenuti obiettivo, appunto le pagine “statiche” del blog di un professionista o di un’azienda, beneficiano della verticalizzazione incrementale prodotta via via che aumenta il volume di articoli rilevanti rispetto ad esse. In sostanza, più articoli utili scrivi su argomenti centrali rispetto alle tue pagine obiettivo, più ponti (link e non solo) riesci a creare tra questi e le pagine business, più rilevanti diventeranno le pagine stesse per le chiavi di tuo interesse.
Ciò che vale per le pagine statiche si può applicare anche agli archivi, mediante la messa in campo di una potente strategia SEO della quale mi fa piacere descriverti funzionamento ed efficacia:
La strategia degli archivi
Come abbiamo visto in passato, Google cerca indizi per assegnare rilevanza ad una pagina web. Tali indizi sono costituiti dai famosi segnali endogeni ed esogeni che costituiscono gli oltre 200 fattori di ranking rilevati. Se pensi di conoscere l’incidenza esatta di ciascuno di essi, tieni conto che questa varia al variare del rapporto tra i segnali stessi e soprattutto in funzione del segmento di mercato su cui si affaccia il sito web. Hai esperienza di tutto? Io ancora no.
La strategia degli archivi è un modo per ottenere un contenuto ottimizzato “aggregato” più rilevante rispetto a un singolo articolo. Come funziona? È semplicissimo: prendi ad esempio il mio archivio sulla link building. Contiene un testo introduttivo che spiega cos’è (almeno come io vedo) la link building. Il testo introduttivo su wordpress si inserisce cliccando su ARTICOLI – CATEGORIE o TAG a seconda che l’archivio in questione sia una categoria o un tag. Alcuni temi non consentono di editare correttamente il testo introduttivo, per questo puoi utilizzare il plugin Rich text tags, che abilita questa funzione per gli archivi. A seguire, subito sotto il testo vedrai comparire tutti gli articoli dell’archivio stesso, listati secondo la visualizzazione del tuo tema wordpress. Funziona? Cerca link building su Google e dimmelo tu! Che ironia posizionarsi per link building meglio di chi mi ricorda che non dovrei parlarne perché (evidentemente) non la so fare. La SEO è come una scatola di cioccolatini…
Rankano meglio le categorie o i tag?
Il riassetto del mio blog ha mostrato come non possiamo dire che esista a priori una gerarchia definita tra archivi per categoria e archivi per tag. Qui ho seguito il tipico sistema tassonomico reticolare di cui scrivo nel Manuale di Seo Gardening, sviluppando categorie verticali e tag trasversali ad esse (pur con qualche forzatura). I posizionamenti sembrano discreti tanto per le categorie quanto per i tag, sui quali ho certo ancora da lavorare. Quello che conta, lo dirò senza stancarmi, è avere un rapporto equilibrato tra tipi di archivi diversi in funzione del segmento di riferimento. Insomma:
- Dai a Google (e magari agli utenti) un sito web facile da navigare;
- sviluppa un archivio per ciascun ambito da presidiare su Google;
- scrivi un buon testo introduttivo generico per ciascun archivio;
- scrivi articoli di approfondimento utili e mirati per ciascun archivio;
- verticalizza gli articoli sull’archivio senza cannibalizzarlo.
Et voilà, il gioco è fatto.
Ora devi solo scrivere 500 articoli come ho fatto io dal 2011. Ci vediamo in serp.
🙂